Dieta e cervello: cinque cose che la ricerca ha stabilito negli ultimi cinque anni


Negli ultimi cinque anni (2013-2018) la scienza dell’alimentazione e la genetica sono giunte a cinque conclusioni importanti che ritengo valga la pena condividere.

Le notizie che seguono sono prese dal blog del Dr. David Perlmutter [1], un neurologo americano molto noto per il suo lavoro di divulgazione su tematiche riguardanti l’alimentazione e le sue implicazioni per il sistema nervoso centrale.

a. Gli zuccheri sono nocivi alla salute. Questo lo sapevamo già, direte voi, ma a livello ufficiale solo ora le linee guida 2015-2010 per la dieta degli americani [2] invocano una drastica riduzione degli zuccheri (e del sale), a vantaggio dei grassi “buoni”, cioè che non siano saturi e non siano insaturi trans.

b. Finora una dieta priva di glutine era ufficialmente consigliata solamente a persone che presentassero una celiachia conclamata. E’ stata ora riconosciuta ufficialmente l’intolleranza al glutine nei non-celiaci [3], che mostra come alcune persone non celiache possono presentare una varietà di sintomi, anche non legati all’apparato digerente, come artrite, stordimento, depressione, mal di testa, irritabilità, dolori muscolari, neuropatie, ansietà, anemia, e difficoltà nella coordinazione. Gli scenari in cui alcuni fra i sintomi sopra elencati si risolvono con una dieta priva di glutine sembra siano piuttosto comuni.
A rendere le cose ancora più interessanti, è stato dimostrato che la permeabilità della mucosa intestinale, uno dei principali meccanismi che provoca infiammazione in tutto il corpo, è rilevabile in tutte le persone che consumano glutine.

c. I neuroni del cervello possono essere rigenerati, a differenza di quanto si pensasse. Ciò può avvenire non solo con l’esercizio fisico, ma anche con una dieta chetogenica appropriata, che prevede una drastica riduzione dei carboidrati a vantaggio dei grassi “buoni”, che vengono usati come combustibile alternativo e maggiormente efficiente. Bisogna dire che la dieta chetogenica è molto dibattuta al momento, e se stanno ancora valutando pro e contro sia per quanto riguarda la perdita di peso che l’utilizzo nella terapia di patologie importanti come il cancro e le malattie neurodegenerative.

d. Il nostro microbioma, cioè l’insieme dei batteri con cui viviamo in simbiosi e che si trovano nel nostro apparato digerente, influenza significativamente il nostro stato di salute. Quindi il nostro stile di vita, che a sua volta influenza il microbiota, influenza anch’esso significativamente il nostro stato di salute. Per stile di vita intendiamo le scelte alimentari, l’esercizio fisico (o l’assenza dello stesso), i ritmi sonno-veglia, i livelli di stress, i farmaci assunti, per fare alcuni esempi.

e. L’idea che noi siamo ciò che è scritto nel nostro DNA sta definitivamente tramontando. Ora si sa che attimo dopo attimo il nostro stile di vita influenza l’espressione dei nostri geni. Questa scoperta, che ha dato vita ad una intera branca della medicina, l’epigenetica, ha delle ripercussioni enormi anche a livello psicologico, perché seppur entro certi limiti ci rende maggiormente padroni del nostro destino.

Se dopo aver letto questo articolo avrete solo la metà dell’entusiasmo e dell’ottimismo che ho io, dovrebbe essere già abbastanza per influenzare positivamente l’espressione dei vostri geni!

[1] https://www.drperlmutter.com/five-things-since-grain-brain/
[2] https://health.gov/dietaryguidelines/2015/guidelines/
[3] https://www.drperlmutter.com/yes-gluten-sensitivity-is-very-real/